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La costa al collasso


Siamo tutti turisti. Secondo alcuni intellettuali il fenomeno turistico è uno dei fenomeni che meglio ci aiuta a comprendere e definire la società contemporanea. E uno dei più redditizi, osservando che l’industria turistica (con tutta la complessità che questa affermazione comporta) è considerata la seconda a livello mondiale per fatturato.

La Sardegna è indubbio avere una forte vocazione turistica, inutile negare, grazie alla configurazione del suo territorio e alle sue coste ancora in gran parte naturali. Anche se oggi la politica turistica sarda prevede un epocale cambio di rotta, fino ad oggi il turismo nell’isola è stato un turismo legato alle sue aree costiere, al loro godimento e sfruttamento.

Fortunatamente, da questo punto di vista, la nostra isola si trova oggi in una posizione privilegiata rispetto ad altre aree costiere, per il gran numero di chilometri di costa non ancora interessate da fenomeni di urbanizzazione ed eccessiva antropizzazione.Si trova quindi in condizione di poter affrontare il fenomeno dell’utilizzazione delle aree costiere da un punto di vista contemporaneo, senza compiere gli errori compiuti in precedenza da altre coste che già anno affrontato tale fenomeno.

Un caso emblematico è rappresentato dalla Spagna, il secondo paese al mondo per numero di turisti annui, il cui 12% del PIL nazionale è dato dal turismo, basato per l’80% sul cosiddetto sol y playa, il turismo balneare. Le coste spagnole, soprattutto quelle mediterranee sono quindi quello che si può considerare il laboratorio europeo dove si è sperimentato in modo massiccio le potenzialità e i rischi di questo fenomeno

Un reportage apparso sul quotidiano El Pais nel novembre dello scorso anno, ci aiuta a vedere lo stato delle coste odierno della costa spagnola, con un approfondimento sulle diverse provincie interessate dal fenomeno (MurciaMalagaAlicanteAlmeria e GranadaValenciaBaleariCatalognaCadiceHuelva,Canarie)

trattto da Sardarch
http://www.sardarch.it/index.php/2009/la-costa-al-collasso/

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